Il realismo magico di Rusty Lake

Nel puzzle game olandese la magia completa la realtà invece di stravolgerla totalmente.

Nel 1967 nelle librerie colombiane è apparso per la prima volta Cent’anni di solitudine, il capolavoro di Gabriel García Márquez destinato a portare alla fama assoluta la letteratura sudamericana del XX secolo. Il romanzo, considerato ancora oggi uno dei punti più alti della letteratura moderna, è la massima espressione del realismo magico, il punto di arrivo di un genere che annovera tra i suoi esponenti autori come Isabel Allende e Julio Cortázar. I lettori si sono innamorati delle loro opere perché sono allo stesso tempo familiari e rivoluzionarie: non raccontano di avventure nello spazio, che andavano tanto di moda nel periodo in cui sono state scritte, ma di vita quotidiana, di famiglie. Gli autori affrontano questioni su cui gli umani si interrogano da sempre: il ripetersi della storia, l’immortalità, i rapporti tra padri e figli, il destino e la magia. E lo fanno in un modo tanto realistico quanto assurdo, descrivendo minuziosamente la realtà ma allo stesso tempo inserendo nelle loro opere elementi surreali.

In Cent’anni di solitudine, avvenimenti storici come la colonizzazione o l’avvento del capitalismo convivono con l’esistenza di fantasmi e pietre filosofali. La storia della famiglia Buendìa, protagonista dell’opera, si intreccia con quella di Macondo, il villaggio in cui è ambientata. Le sue vicende sembrano ripetersi attraverso le generazioni, il suo destino pare condizionato da leggende locali ed eventi sovrannaturali. I precursori e gli eredi del realismo magico sono stati tanti, come Luis Sépulveda o Dino Buzzati, anche se molti di loro hanno adottato solo alcune delle caratteristiche del genere. È difficile crederci, ma uno degli eredi più completi e caratteristici del realismo magico è, forse inconsapevolmente, un puzzle game olandese.

Nel 2015 su iOS e Android esce il primo gioco targato Rusty Lake, serie che ad oggi conta 14 episodi. I primi nove, da poco raccolti anche in un’unica collezione, compongono il ciclo “Cube Escape” e hanno riscosso notevole successo, tanto da spingere gli sviluppatori Robin Ras e Maarten Loise ad ampliare il loro progetto. I due hanno pubblicato tre episodi a pagamento, uno spin-off, due graphic novel e perfino un cortometraggio. Gli episodi gratuiti della serie si concentrano principalmente sul caso dell’assassinio di Laura Vanderboom, consumatosi nel luogo che dà il nome all’intera saga: “Rusty Lake, mental health and fishing”. Ovvero una sorta di centro di riabilitazione in cui, almeno in teoria, le persone dovrebbero andare per ricrearsi dopo un momento difficile. Sul caso c’è Dale Vandermeer, detective d’esperienza e protagonista attivo del gioco: starà a lui fare luce sul caso di omicidio, e, dal nostro punto di vista, il braccio con cui risolveremo gli enigmi nelle stanze di Cube Escape. Fin da subito però Dale capisce di non avere a che fare con un caso qualunque. Rusty Lake è un posto surreale, in cui si avverte la sensazione che qualcosa sia innaturalmente fuori posto, proprio come avviene nei sogni. In effetti ciò che affascina i giocatori di Rusty Lake è l’atmosfera misteriosa e irreale che caratterizza ogni gioco.

Rusty Lake Paradise (Fonte: press kit)

Gli sviluppatori si sono innegabilmente ispirati a David Lynch nella creazione dell’estetica della serie, che effettivamente presenta svariati elementi in comune con quella del regista americano: a partire dalle citazioni, come ad esempio i nomi della vittima e del detective ispirati a Twin Peaks, passando per i motivi che decorano le pareti delle stanze in Cube Escape, fino ai personaggi per metà umani e per metà animali che assomigliano ai conigli della mock-sitcom Rabbits. Ma se l’atmosfera è l’elemento che colpisce i giocatori, è l’intreccio di storie che in essa si sviluppa a coinvolgerli sempre di più, al punto da spingerli a elaborare le proprie teorie sulla storia, sui possibili finali e sulle origini dei personaggi.

Infatti, mentre negli episodi gratuiti la storia che circonda la morte di Laura Vanderboom non viene messa a fuoco se non marginalmente, negli episodi Paradise, Hotel ma soprattutto Roots l’intreccio della storia di Rusty Lake inizia a rivelarsi pienamente, dimostrando la volontà degli sviluppatori di dare un senso di unità e completezza alla loro opera, che fino ad allora era rimasta vaga in termini di trama. Gli episodi sopracitati sono infatti infinitamente più complessi rispetto a quelli che compongono la saga Cube Escape, e insieme raccontano l’”origin story” di Rusty Lake e della famiglia Vanderboom. Così, quello che sembrava essere un gioco surreale su un singolo omicidio da risolvere si trasforma in una grande storia di epica familiare che si dipana nell’arco di più di due secoli.

Le vicende della famiglia Vanderboom assomigliano terribilmente a quelle dei Buendia. Iniziate a causa della capostipite, ossessionata dalla creazione dell’elisir della vita, proseguono di generazione in generazione coinvolgendo il lago che dà il nome alla serie e la casa abitata dalla famiglia, parte integrante della storia. Così come i Buendìa segnano la storia di Macondo e ne sono influenzati, i Vanderboom sono condizionati e condizionano l’ambiente che li circonda, corrompendolo e venendo corrotti dal suo destino. I membri della famiglia sembrano essere condannati a rivivere gli stessi errori dei propri avi e a ripetere la storia come se il loro destino fosse ineluttabile, profetizzato. Nelle due opere il tempo non segue una linea retta ma circolare, gli eventi non sembrano susseguirsi ma convivere, e la relazione tra causa ed effetto è spesso invertita, con i personaggi che prendono parte a vicende di un tempo in cui non dovrebbero essere ancora nati. “Il passato non è mai morto. Non è nemmeno passato” una voce dice quando si alza la cornetta del telefono nel gioco.

Rusty Lake Hotel (Fonte: press kit)

Uno dei temi principali in Rusty Lake è l’esplorazione dei ricordi, dei propri come di quelli della famiglia. I ricordi svolgono la stessa funzione delle prolessi e analessi in Cent’anni di solitudine, ovvero spiegare e collegare gli eventi presenti a quelli passati e futuri. “I miei ricordi non sono solo la chiave del passato, ma anche del futuro” dice la madre del protagonista in Paradise. L’ambizione della capostipite della famiglia, la rivalità tra tre fratelli non sono avvenimenti personali ma collettivi, e influenzano il futuro delle generazioni successive. Sono i rapporti tra i membri della famiglia, spesso avvelenati da odio, ambizione e risentimento, a essere l’elemento inquietante del gioco. Proprio come nella famiglia di Macondo due sorelle si augurano la morte per una rivalità amorosa, in quella di Rusty Lake un fratello uccide l’altro per arrivare all’elisir che lo avrebbe reso immortale.

Perfino l’assurdo nel gioco è presentato in modo simile a quello del romanzo. I personaggi non si scompongono mai di fronte agli avvenimenti magici inseriti nel gioco, che, semplicemente, accadono. “In Rusty Lake tutto può succedere” dice il sito ufficiale degli sviluppatori. Ed effettivamente né i personaggi né i giocatori sono chiamati a farsi tante domande quando la magia si introduce nel quotidiano, proprio come nella notte in cui in Cent’anni di solitudine piovono fiori gialli su Macondo. Sembra del tutto normale che si possa trovare un pesce in un cassetto, o che dentro un fico d’india ci sia una rampa di scale. Le leggende formano un tutt’uno con la realtà, come quando su Rusty Lake imperversano le dieci piaghe d’Egitto descritte nella Bibbia. La magia completa la realtà invece di stravolgerla totalmente.

Le somiglianze tra Rusty Lake e Cent’anni di solitudine sono tante, e le due opere suscitano nel giocatore o nel lettore le stesse emozioni. Si avverte in entrambe la sensazione di essere di fronte a qualcosa di unico ma allo stesso tempo universale e completo, inquietante ma anche estremamente familiare. La serie si inserisce perfettamente nel filone del realismo magico, diventandone il suo più inaspettato erede. Rusty Lake, pur rimanendo un puzzle game estremamente semplice nel gameplay, è il gioco giusto per chi cerca sempre una storia da scoprire e un universo da capire quando gioca, perfino su mobile. È il gioco per chi ama avvertire la visione degli sviluppatori nell’opera, e la sicurezza che a un certo punto tutti i puntini della storia si uniranno e daranno un senso a tutte le ore spese a risolvere enigmi nel suo mondo assurdo.