Profilo di un pixel artist: Octavi Navarro

Intervista all'illustratore spagnolo, che negli ultimi anni è stato coinvolto in un gran numero di progetti.

Ci sono almeno tre motivi per cui ancora oggi si continuano a fare videogiochi in pixel art: il primo è che spesso quella che nasce come una scelta obbligata, dettata dai limiti della tecnologia, resta un’opportunità di espressione artistica anche una volta che quei limiti siano stati superati; basti pensare a quanti film in bianco e nero sono usciti nel nuovo millennio: L’uomo che non c’era (2001), Coffee and Cigarettes (2003), Les amants réguliers e 13 – Tzameti (2005), Il nastro bianco (2009), Oh Boy e Frances Ha (2012), giusto per citare quelli di cui consiglierei senza dubbio una visione. Il secondo è che costa poco, e per uno sviluppatore indipendente con un budget limitato a disposizione si tratta dunque di un’opzione in grado di conciliare esigenze estetiche e finanziarie. Il terzo è che ci sono moltissimi pixel artist di grande talento in circolazione: uno dei miei preferiti è Octavi Navarro, di Barcellona, che negli ultimi tempi è stato coinvolto in un gran numero di progetti. L’ho contattato per fargli qualche domanda.

Ciao Octavi. Quando hai iniziato a lavorare come illustratore? E come ti sei specializzato in pixel art?

Ho iniziato la mia carriera come illustratore circa otto anni fa. Dopo aver lavorato per un po’ come graphic designer in un’azienda, ho deciso di tentare la fortuna nel mondo degli illustratori freelance, lavorando per diversi editori di libri per bambini. È stato nel 2014 invece che ho deciso di creare il mio personale progetto di pixel art, chiamato Pixels Huh, ispirato dalla mia passione per i videogiochi.

Io ti ho conosciuto proprio tramite Pixels Huh. E ho scoperto anche una serie di bellissimi timelapse su Youtube dove fai vedere in che modo realizzi i tuoi lavori. Com’è nato questo progetto?

Nel 2014 ho iniziato a creare e a pubblicare sui social media questi diorami in pixel art che ritraggono scene di vita quotidiana in mondi fantastici. Fortunatamente hanno catturato l’attenzione di molta gente, e anche di alcune riviste d’arte e di videogiochi. A quel punto ho pensato che sarebbe stato interessante mostrare il processo creativo alla base di quei lavori, così ho iniziato a registrare e a pubblicare quei timelapse sul mio canale Youtube.

A proposito invece della tua passione per i videogiochi: quali erano i tuoi preferiti da bambino?

Non sono mai stato bravo a giocare titoli che richiedono un qualsiasi tipo di abilità manuale, perciò da bambino i miei giochi preferiti erano le avventure grafiche e gli RPG. Mi piacevano in particolare le produzioni Lucasfilm e LucasArts, sia dal punto di vista artistico che di gameplay. The Secret of Monkey Island, Loom e Indiana Jones and The Fate of Atlantis hanno sempre un posto speciale nel mio cuore.

E ora hai avuto l’opportunità di lavorare insieme ad alcuni degli sviluppatori di quei giochi: ti sei occupato degli sfondi e delle animazioni di Thimbleweed Park, la nuova avventura di Ron Gilbert e Gary Winnick.

Sono stato molto fortunato quando Ron e Gary, che all’epoca stavano ancora progettando Thimbleweed Park, hanno scoperto i miei lavori e ne sono rimasti abbastanza colpiti da chiedermi di unirmi al loro team. Lavorare con loro e con altre leggende della Lucasfilm come Mark Ferrari e David Fox è stato incredibile. Non avevo mai lavorato con un gruppo di persone così talentuose. Ho imparato molte cose sullo sviluppo dei videogiochi e sulla mia stessa professione. È stata innegabilmente una delle esperienze lavorative migliori della mia vita.

The Librarian (Fonte: itch.io)

Hai imparato così tanto che hai iniziato anche a produrre giochi tuoi: Midnight Scenes: The Highway e The Librarian sono due brevi titoli gratuiti che hai realizzato da solo, occupandoti anche della programmazione.

Poco prima di lavorare a Thimbleweed Park mi era già venuto in mente di fare un mio gioco, e in effetti avevo alcune idee di design per quello che ora si chiama The Librarian. Ma una volta aggregatomi al team di Thimbleweed Park ho lasciato tutto in sospeso. Dopo la pubblicazione di Thimbleweed Park sono tornato su questa idea di fare una cosa mia, ma invece di continuare a lavorare a The Librarian ho iniziato questo gioco molto breve intitolato Midnight Scenes: The Highway, basato sullo stile visivo di uno dei miei show televisivi preferiti di tutti i tempi: Ai confini della realtà di Rod Serling. Non essendo un programmatore, un designer, uno scrittore o un musicista, il mio approccio consiste sempre nel partire dal punto di vista artistico, concentrandomi sullo stile visivo e sulle atmosfere. Dopo il successo del primo episodio di Midnight Scenes avevo intenzione di mettermi subito al lavoro sul secondo capitolo, ma alla fine ho deciso di dare un’altra chance al mio vecchio progetto The Librarian. Sapevo sin dall’inizio che sarebbe stato un gioco imperfetto, con difetti riguardanti sia la narrativa che il gameplay, ma provo un grande affetto per questo gioco, per via del periodo in cui ho iniziato a lavorarci e di quello che la sua storia significa per me.

Nello stesso periodo ti sei occupato anche di Arctic Expanse, un DLC gratuito per The Curious Expedition.

Si tratta di un altro progetto nato da una stima reciproca: ero un grande fan di The Curious Expedition sin da quando era in Early Access e allo stesso tempo i suoi creatori, Maschinen Mensch, erano fan dei miei lavori. È stata una collaborazione molto breve ma me ne sono goduto ogni momento.

Se non sbaglio il tuo prossimo progetto sarà Photographs: cosa ci puoi anticipare di questo gioco?

Sto lavorando su Photographs da un anno ormai e mi sto divertendo un sacco. È il nuovo gioco di Luca Redwood, il talentuoso creatore di 10,000,000 e You Must Build A Boat. Il terzo membro del team è quel genio musicale di Ben Prunty, compositore di colonne sonore per giochi come FTL e Into the Breach. Photographs è un puzzle game narrativo molto particolare, in cui presenteremo cinque storie diverse piene di situazioni drammatiche che si svilupperanno in base alla capacità del giocatore di risolvere molti rompicapi. Contiamo di pubblicarlo quest’anno.

Negli ultimi anni abbiamo visto raggiungere risultati notevoli dalla pixel art. Io ho amato molto Kingdom: New Lands e Hyper Light Drifter, che sono due titoli molto divertenti da giocare ma anche bellissimi da guardare. Tu da che cosa sei rimasto più impressionato di recente?

Effettivamente quei due giochi hanno una pixel art meravigliosa e sono un esempio di come i pixel artist contemporanei stiano esplorando nuovi approcci visivi usando tutte le possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Mi piacciono anche esperimenti come il gioco minimalista Minit. Ci vuole un bel po’ di talento per esprimere così tanto con un solo bit di profondità di colore.