Ripensare i giochi di calcio

Satira, misticismo, politica: tre prospettive diverse sullo sport e sul genere calcistico.

Calcio, football, soccer, non importa come siamo abituati a chiamarlo: possiamo essere degli appassionati di questo sport oppure no, ma è impossibile negare il suo impatto sulla cultura videoludica. A partire dall’uscita di Atari Football e di NASL Soccer negli anni Settanta e Ottanta, i giochi di calcio sono cresciuti ritagliandosi un’ampia fetta di mercato, e sia FIFA che PES oggi vendono regolarmente milioni di copie. Inevitabilmente, sono entrambi in debito con lo sport su cui si basano.

Si ha spesso l’impressione che la popolarità di questi giochi si spieghi con la loro coerenza, con l’aderenza alle regole e la capacità di restituire un’autentica esperienza sportiva. Perciò è importante chiederci: quando si realizza la riproduzione di uno sport popolare, che ha una precisa serie di regole, c’è spazio per l’innovazione? È possibile fornire prospettive diverse sul genere calcistico—che siano imparziali, politiche, o persino satiriche? I giochi di cui parleremo sono riusciti a farlo. Hanno avuto il loro successo, provando al tempo stesso che il genere non è così codificato come sembra.

Infrangere le regole

Per coloro a cui il calcio non piace, la derisione è diventata una forma d’arte che mette alla berlina lo sport a partire dal suo linguaggio. Non posso fare a meno di ripensare allo sketchWatch the Football!” di Mitchell e Webb, con frasi come “Incessante! Travolgente! 24 ore su 24! Tutto l’anno! Il calcio non finisce mai! Ogni singolo tocco sarà importantissimo per qualcuno, probabilmente!”. Si potrebbe pensare che questo tipo di approccio non abbia riscontri nei videogiochi calcistici, ma sarebbe sbagliato.

«Non sopporto il calcio. Non mi interessa, e mi ha sempre annoiato il fatto che sia così pervasivo nella nostra società», dice Dan Marshall, il creatore di Behold the Kickmen. «Non mi piacciono le chiacchierate al pub rovinate dai tifosi che urlano verso il televisore, e odio sentirmi il guastafeste quando qualcuno inizia la conversazione chiedendo “Ma tu per chi fai il tifo?”».

In parte satira, in parte rivisitazione arcade, Behold the Kickmen non ha alcun riguardo per le più consolidate regole del calcio. Con il fuorigioco metà del campo diventa una zona rossa off-limits senza alcun senso; il campo è circolare, e segnare un gol ti fa guadagnare soldi. Tutto ciò avviene con della musica elettronica beffarda e su di giri come sottofondo.

«È stato bello avere la libertà di reinterpretare alcune delle regole, in particolar modo quando rovinano la continuità del gioco», spiega Marshall. «Capisco lo scopo delle rimesse laterali, ma interrompono la partita e sono noiose, così ho semplicemente fatto stare la palla in gioco tutto il tempo. So che il fuorigioco è una regola particolarmente complicata, perché ho visto gente in televisione dibatterne per decenni, come se fosse la cosa più divertente al mondo. Anche in questo caso però non aveva alcun senso ricrearla fedelmente, da qui l’idea di fare qualcosa di stupido e semplice».

Behold the Kickmen funziona perché getta il suo sguardo al di là delle tradizionali regole del calcio—allo stesso modo di, ad esempio, Sensible Soccer, applica alcuni aspetti di questo sport nel contesto di un gioco arcade veloce e competitivo. «Si trattava di trasformare una cosa che è, fondamentalmente, abbastanza monotona, in qualcosa di molto ritmato e godibile», afferma Marshall.

«In un’ora e mezza di calcio reale il punteggio può essere 1-0, il che significa che è successa una sola cosa rilevante in tutto quel tempo, e non è un’idea particolarmente brillante per un videogioco. Dunque amplificare gli effetti, la musica e ogni altra cosa mi ha aiutato a dare un po’ di adrenalina al tutto».

Un articolo apparso su
Wireframe #35
Tradotto da
Gilles Nicoli
Data della pubblicazione originale
26 marzo 2020
Nonostante Behold the Kickmen abbia una spiccata componente satirica, presentando una narrazione che comprende ogni cliché sportivo immaginabile, la presa in giro del calcio non è il suo principale traguardo. I suoi maggiori meriti stanno invece nel mostrare quali siano i vantaggi di ritmi veloci e poca aderenza alle regole, riprendendo alcuni illustri predecessori e soprattutto dando più valore al divertimento che al realismo.

Come dice Marshall, «Mi ha sempre attirato l’idea di giocare a un gioco di calcio, ma la parte che riguardava il calcio mi faceva passare la voglia».

La magia del calcio

La popolarità del calcio—il suo essere pervasivo, per usare le parole di Marshall—è difficile da definire, anche per coloro che hanno passato la loro intera vita giocandoci. È un argomento ricorrente nei libri che parlano di questo sport, e il gioco Football Drama prova ad affrontarlo.

«Con “la magia del calcio” si possono intendere due fenomeni diversi: il suo ruolo nella società e ciò che avviene durante una partita», spiega Pietro Polsinelli, co-creatore di Football Drama. «L’intera componente narrativa del gioco è dedicata al primo aspetto; per il secondo, le partite, ho scelto un approccio minimalista. Il che si traduce nel lasciare molto spazio al giocatore e alla sua immaginazione».

In Football Drama si vestono i panni del manager alle prime armi del Calchester Assembled, e bisogna provare a condurre la squadra alla vittoria attraverso le turbolente acque del campionato. È facile capire perché Football Drama sia così divisivo: abbandona il controllo diretto tipico dei principali giochi di calcio in favore di imprevisti, scelte narrative e un certo misticismo.

Football Drama potrebbe inoltre essere il primo gioco sportivo in assoluto ad avere una meccanica relativa al karma, ispirata all’I Ching, un antico testo di divinazione cinese: «L’I Ching è il secondo specchio usato nel gioco (l’altro è un gatto), e rappresenta i tentativi di fronteggiare i flussi della vita e degli eventi sportivi, che sono entrambi imperscrutabili e passibili di interpretazione», dice Polsinelli.

Football Drama (Fonte: Twitter @ppolsinelli)

«Provo a fare il modo che il giocatore rifletta sull’illusione del controllo, e un gioco di calcio, con la sua imprevedibilità, la mostra chiaramente. Questo, è inevitabile, irrita alcuni giocatori, che dal gioco si aspettano un qualche tipo di gestione deterministica, ma Football Drama è fiero di non essere così».

Karma e Kaos sono le due valute tra cui scegliere che determineranno “il tuo stile manageriale e di allenamento”. Entrambe prevedono un percorso per vincere il campionato e modificano gli effetti delle carte presenti nel gioco, simili ai tarocchi.

Ogni partita in Football Drama è una sorta di divinazione—giochi le tue carte sperando che i giocatori ascoltino, usi le limitate facoltà di controllo al tuo meglio, e speri che, se le condizioni sono quelle giuste, e gli astri si allineano, la magia si avveri. È un’idea che rispecchia il mistero della domanda su cosa renda possibile del buon calcio.

Il gioco include anche alcuni elementi di satira, presentando un mondo di manager corrotti e di commentatori schiavi degli stereotipi—e qui Football Drama risulta davvero speciale. Mentre Behold the Kickmen usa la satira per prendere le distanze dallo sport, l’approccio di Football Drama è appassionato. «penso che l’umorismo sia una componente essenziale per una sana passione sportiva», riflette Polsinelli. «Il calcio mescola il rito sacro con il divertimento, e funziona quando i due aspetti vanno insieme. Una delle cose più apprezzate dagli appassionati di calcio è l’aver finalmente trovato un gioco in cui la scrittura e le immagini sono piene dello spirito profano del calcio».

Politica applicata

Football Manager è diventata una serie molto amata dopo il suo lancio nel 2004, ed è una delle simulazioni calcistiche di maggior successo in assoluto. Nel corso del tempo, lo studio di sviluppo Sports Interactive ha anche arricchito la rappresentazione all’interno del gioco di molti movimenti politici legati allo sport.

«Più di vent’anni fa abbiamo preso la decisione di includere il logo di Kick It Out nel gioco in modo da aiutare a promuovere il loro lavoro. È una bella organizzazione che si impegna senza sosta per eliminare il razzismo—e ora anche altre forme di discriminazione—dal calcio», dice Miles Jacobson, studio director di Sports Interactive.

«Abbiamo supportato anche molte altre cause—alcune economicamente, come War Child, a cui va una donazione per ogni copia venduta, altre con pubblicità all’interno del gioco, come GamesAid, SpecialEffect, e quattro altri enti di beneficienza ogni anno. Le pubblicità sono inoltre calate all’interno del gioco—appaiono sui cartelloni pubblicitari ai bordi del campo così come avviene negli stadi, ma sono cliccabili, perciò la gente può ottenere maggiori informazioni—e molte persone fanno esattamente questo, il che è grandioso».

In un’epoca in cui alcuni dei principali sviluppatori sembrano fare di tutto per non impegnarsi in questioni politiche, è incoraggiante registrare il sostegno di Sports Interactive a tali questioni, così come la realizzazione di una rappresentazione all’interno dei loro giochi. Inserire problemi del mondo reale relativi allo sport alimenta anche la componente simulativa del gioco. «Si tratta di creare un mondo realistico—la sospensione dell’incredulità è essenziale per il lavoro che facciamo, ma credo sia anche educativo», spiega Jacobson.

«La Brexit è stata aggiunta perché fa parte del mondo reale, e condizionerà il calcio nel Regno Unito—perciò ho passato del tempo pensando a tutto ciò che potrebbe accadere al calcio post-Brexit e ho provato a ricavare delle percentuali per ogni possibile esito, consultando alcuni studiosi e alcuni politici per assicurarmi che fossero ragionevoli. Nella realtà calcistica la maggior parte di questi scenari non si possono ancora escludere, e si tratta tuttora di un argomento di cui mi trovo a discutere fin troppo spesso!».

È facile per i videogiochi rivendicare una separazione rispetto al mondo reale, mentre Football Manager ci mostra come un gioco di calcio possa esercitare un’influenza positiva sulla cultura sportiva che ne sta alla base—che si tratti di beneficenza, di rappresentazione, o della sensibilizzazione dei giocatori verso le tante ingiustizie e questioni irrisolte dello sport.

Un approccio simile però può scatenare reazioni negative, avverte Jacobson. «Sono ormai abituato a ricevere mail e tweet pieni di odio, o minacce di morte. Le minacce possono arrivare da chiunque—anche da gente che ha perso delle partite. Le mail peggiori probabilmente riguardano il coming out dei calciatori all’interno del gioco. Anche se ne ricevo alcune anche per la Brexit, principalmente da gente che non ha apprezzato le scarse percentuali—così scarse che dubito qualcuno l’abbia mai vista—date a una separazione dell’Irlanda del Nord dal Regno Unito. Ricevo invece approvazione da alcuni scozzesi entusiasti dell’idea che a causa della Brexit la Scozia si separi—anche se per via del mio orgoglio britannico a me non piace affatto la prospettiva di vederli andare via».

Giochi come questi mostrano quale potere abbia una diversa prospettiva nel modificare un genere, che si tratti di non apprezzare uno sport e di rivisitarne le regole per creare qualcosa di completamente originale, oppure di prendere posizione su questioni politiche concentrandosi sul realismo. Mentre alcuni dei giochi calcistici più famosi sembrano molto lenti nell’innovare, è bello vedere altri sviluppatori mostrare quanto ricco e sfaccettato possa essere lo sport.